Il nostro Centro intende promuovere e sostenere una cultura di accettazione dell’esperienza della disabilità come valore per la collettività: l’esperienza può aggiungere valore e non toglierlo.
Le persone con disabilità, di varie origini, non migliorano se sono in solitudine, se non hanno i contatti sociali, le risorse umane, culturali, spirituali e materiali che le aiutano a ristabilire un equilibrio personale.
Il nostro Centro in collaborazione con i servizi esterni si propone di aiutare le persone nell'attivare e nell’ utilizzare sia le proprie risorse che quelle esterne, per ristabilire uno stato di salute generale.
Il tal senso, la guarigione diventa un diritto e acquista una dimensione politica: la collaborazione tra servizi garantisce un’accoglienza e un percorso di cura adeguato; relazioni di aiuto di reciprocità, risorse economiche per la promozione di inserimenti nella società, politiche sociali e culturali che contrastino lo stigma e la discriminazione
AREA ri-ABILITATIVA
All’ interno di quest’area rientrano:
- Attività orientate al mantenimento e al potenziamento delle abilità motorie e cognitivo-linguistiche.
(Fisioterapia, Laboratori posturali, Jazzercise e danzamovimentoterapia, Neuropsicologia, Logopedia, laboratori cognitivi)
- Attività rivolte all’ acquisizione di una maggiore autonomia personale e che si rivolgono a:
- favorire e garantire aspetti legati alla cura della persona;
- favorire e garantire le attività cognitive e comunicative;
- promuovere l’acquisizione delle autonomie di base e sociali;
- promuovere e organizzare risorse sociali e sanitarie, al fine di realizzare il progetto individualizzato integrato;
- Fornire interventi educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle potenzialità dei soggetti in difficoltà per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di autonomia;
- favorire la fruizione dei servizi territoriali;
- promuovere la partecipazione attiva e la collaborazione con le associazioni del territorio (progetti con le scuole, tirocini, eventi di promozione culturale e ricreative rivolte al territorio) una volta risolta la pandemia.
(Infermiere professionale, educatore sociosanitario, psicologo, OSS qualificati e supervisionati da medico neurologo referente, medico fisiatra e neuropsicologo)
- Attività che promuovono l’espressione del Sé ri-abilitando la persona nel suo ESSERE e nel suo FARE
(Drammaterapia, arte terapia, musicoterapia, danzamovimentoterapia con il supporto di personale OSS qualificato, Psicologo, esperti in scienze motorie e posturali)
AREA EDUCATIVA
In questo ambito il ruolo educativo si pone come collante di ogni intervento proposto alla persona poiché porta avanti il processo di sviluppo umano, adito ad una costante trasformazione, in cui l’apprendimento, obiettivo dell’azione pedagogica, fa parte di un ampio quadro progettuale mira al benessere della persona e al fiorire delle sue potenzialità.
Durante questo percorso l’educatore funge da guida che aiuti socraticamente a tirar fuori e sviluppare al meglio le abilità della persona in carico attraverso interventi che:
- promuovano l’affettività l’espressione delle emozioni e dei sentimenti e accompagnare lo sviluppo consapevole dell’identità personale e di genere;
- favoriscano e garantiscano la relazione, attraverso la cura di obiettivi legati ad ogni forma espressiva di comunicazione e all’acquisizione di regole che permettano un proficuo inserimento nel contesto sociale
- promuovano lo sviluppo delle potenzialità di tutti i soggetti per il raggiungimento di livelli sempre più avanzati di sviluppo, autonomia personale e inclusione sociale;
- permettano la costruzione di relazioni educative, cura educativa, accoglienza, responsabilità, prevenzione di situazioni di isolamento, solitudine, stigmatizzazione e marginalizzazione educativa, soprattutto nelle aree territoriali culturalmente e socialmente deprivate e in questo periodo storico dove la pandemia sta cambiando le nostre abitudini e orientamenti;
- promuovano e garantiscano la comunicazione e la collaborazione con le famiglie alla presa in carico.
Pertanto le attività nei vari laboratori si sviluppano attraverso sequenze operative ben definite e riconoscibili tendenti a valorizzare la dimensione della concretezza: tale organizzazione permette una graduale acquisizione di competenze ed abilità fini-motorie, percettive, cognitive ed estetiche ed offre costantemente stimoli per affrontare nuovi apprendimenti e sperimentare nuove e diverse strategie di problem-solving.
(educatore socio-sanitario)
In questo contesto, diventa importante che il setting educativo e gli interventi educativi perdano quelle caratteristiche infantilizzanti che connotano spesso gli spazi di vita delle persone con disabilità: il laboratorio diviene, così, un campo privilegiato in cui si attua il processo di “costruzione del sé” e la persona acquista la propria “identità”.
(Educatore socio-pedagogico e sociosanitario)
Una formazione che diventa trasformazione delle proprie capacità fisiche, psichiche e intellettive e poi di nuovo formazione, poiché resa man mano coerente dal susseguirsi delle esperienze educative maturate nell’arco della vita con l’aiuto degli educatori.
(Oltre alla figura dell’educatore, sia socio sanitario che socio pedagogico, a seconda degli obiettivi individuati per l’utente, possono afferire in quest’area anche arteterapia, musicoterapia, danzamovimentoterapia, drammaterapia).
AREA ASSISTENZIALE
Dalla presa in carico derivano percorsi assistenziali sociosanitari che non si “sommano” ma si integrano e si ricompongono in un quadro unitario di risposte al bisogno che sia continuato nel tempo e integrato fino alla stabilizzazione dei problemi di salute e di inclusione, oltre che al miglioramento della abilità della persona. La cura della persona e il soddisfacimento dei suoi bisogni è al centro degli interventi previsti.
(ASA, OSS, infermieri professionali)
AREA SANITARIA
I bisogni complessi richiedono una valutazione che tenga conto di diversi aspetti, situazione psico-fisica della persona con particolare riferimento all’autonomia funzionale, contesto di vita e di relazione, risorse reddituali e tutto questo richiede un approccio multidimensionale. La valutazione multidimensionale (VMD) è quindi definibile come un processo globale e dinamico interdisciplinare volto a identificare e descrivere la natura e l’entità dei problemi di carattere fisico, psichico, funzionale e relazionale/ambientale di una persona con l’obiettivo di contribuire al mantenimento dello stato di salute della persona, del grado di autonomia e di autosufficienza, delle risorse personali e familiari sulle quali può contare.
(medico neurologo referente, medico fisiatra, neuropsicologa, infermieri professionali, logopedisti, fisioterapisti, OSS)
INTERVENTI DI RETE
LE ATTIVITA’ IN ESTERNO SEGUIRANNO LE INDICAZIONI E LE PROCEDURE IGIENICO SANITARIE VIGENTI
Le attività occupazionali, svolte in esterno, restituiscono alla persona un’esperienza, o un ricordo della stessa, di tipo lavorativo, oltre al miglioramento della motricità fine, dell’attenzione e delle capacità relazionali.
La partecipazione a corsi, presso le Università del tempo libero o presso circoli culturali, contribuisce all’integrazione territoriale che la persona chiede e gradisce.
Le uscite sul territorio, le gite, la partecipazione ad eventi musicali o artistici, permettono di sperimentare e mettere in gioco le proprie abilità sociali e relazionali in un contesto esterno al Centro, in cui acquisire consapevolezza rispetto alle proprie abilità e risorse.
Si sta creando una collaborazione con altre Associazioni che si occupano di familiari e utenti con cerebrolesione acquisita.