Progetto facilitatori

Progetto “E la vita continua. Consapevolezza e gestione della propria disabilità: l’utente diviene facilitatore sociale”:

Il Progetto nasce nel 2011 quando alcuni nostri utenti, dopo qualche anno di frequenza presso il nostro CDD e avendo recuperato fin dove possibile le proprie competenze, hanno chiesto al nostro servizio di essere aiutati a pensare ad un futuro che restituisse loro dignità come persone, e non come ammalati o disabili o handicappati.

Questo approccio riabilitativo, in uso in poche realtà psichiatriche italiane, sposa la filosofia della possibilità per tutti, della lotta allo stigma ed un invito ai servizi ad un miglioramento nella capacità di comunicare alle persone un senso di speranza, attraverso un linguaggio che trasmetta incoraggiamento e fiducia nelle loro potenzialità, e fornisca capacità a riprendere in mano la propria vita.

Se questi concetti sono aperti all’essere uomo in quanto tale, ci siamo permessi di applicarli, in modo sperimentale, anche nel contesto della disabilità neurologica.

La contrattazione iniziale, oltre ad aver coinvolto i servizi sociali, il territorio seregnese, le varie strutture interessate e divenute nostre partner, ha previsto incontri con gli utenti partecipanti e i loro familiari affinché si potesse davvero pensare insieme e costruire insieme un futuro migliore per tutti: operatori, utenti e famiglie.

Dopo una formazione teorica e la partenza di un gruppo terapeutico, gli utenti sono impegnati in stage esterni presso alcune strutture in partnership con il Progetto. Partecipano a Convegni e ne organizzano di altri. Si sta costituendo un gruppo di mutuo auto-aiuto affinché le competenze possano essere messe in campo in situazioni nuove, non protette.

L’esperienza di tipo occupazionale, negli stage, con i suoi risultati soddisfacenti ha permesso alla persona di darsi il permesso di sentirsi OK, capace nonostante alcuni limiti permanenti, nuovamente utile e pronto a riprendersi la propria vita.

L’accettazione del disagio da parte della persona, della sua famiglia che inizia A VEDERE anche le risorse del proprio congiunto e dalla società, è il primo passo verso la guarigione. La guarigione è anche la capacità di chiedere e offrire aiuto, perché il disagio e la sofferenza rendono le persone più sensibili.

(responsabile progetto: R. Suglia, tutor: M. Belluschi)